Come utilizzare la connessione dati del cellulare in modo efficiente

Aggiornato il 23/01/2023
di Alessandro Voci
In 30 sec.
  • Le offerte di telefonia mobile che permettono la navigazione su Internet con il cellulare sono, anno dopo anno, sempre più generose in termini di traffico dati e di velocità, e ormai non ci sono limiti alla quantità e al tipo di attività possibili in Rete anche lontani dal PC.
  • In particolare, è consigliabile scegliere un’offerta con i dati sufficienti per il proprio fabbisogno, senza esagerare e con parametri diversi se lo smartphone verrà utilizzato come hotspot per una connessione casalinga.
  • È importante avere dei contatori attivi per il monitoraggio, agganciarsi alle connessioni Wi-Fi sicure quando sono a disposizione e stare attenti al consumo di dati delle applicazioni in background.

Ormai da tempo il traffico dati che le offerte di telefonia mobile mettono a disposizione dei propri clienti è la variabile più ricercata, dopo il prezzo e ancora prima della navigazione con il 5G.

Iphone

Secondo le rilevazioni più recenti, ogni giorno passiamo più di cinque ore attaccati agli schermi dei nostri smartphone, ed è evidente che gran parte di questo tempo è dedicato a Internet, sia per la semplice navigazione che per l’utilizzo di app che proprio sulla Rete si basano per poter funzionare (dai giochi online alla messaggistica, dai social network alle piattaforme di streaming audio e video). Connessione dati, dunque. Ma come utilizzarla al meglio per non avere brutte sorprese? Vediamo di capirlo insieme.

1. Scegliere la migliore offerta

Il primo punto per utilizzare la connessione dati del cellulare in modo efficiente è assicurarsi di avere una sufficiente dotazione di gigabyte per il traffico dati. Posto che, naturalmente, più giga sono inclusi nell’offerta meglio è, il consiglio è di orientarsi su una tariffa che include circa 10-20 gigabyte in più rispetto al proprio fabbisogno, almeno secondo le previsioni, considerando che eventuali richieste aggiuntive possono essere costose od obbligare a far ripartire in anticipo la tariffazione mensile. Allo stesso tempo, è inutile spendere di più per il canone mensile se poi il nostro utilizzo del traffico dati è piuttosto basso.

A questo proposito, è bene ricordare che le attività più “esose” dal punto di vista del consumo dei dati sono lo streaming audio e (soprattutto) video di alta qualità (audio lossless e video 4K), il download di file di grandi dimensioni (ad esempio i file torrent), le videochiamate e la condivisione dei file. Nella tabella che segue vediamo, a titolo di esempio, il consumo di dati da dispositivo mobile per guardare i contenuti di Netflix, a seconda della qualità video desiderata:

Qualità video Consumo dati mobili
Automatica (bilanciamento tra consumo e qualità video) 1 GB di dati ogni 4 ore di contenuti
Risparmio dati 1 GB di dati ogni 6 ore di contenuti
Qualità massima 1 GB di dati ogni 20 minuti o meno

Il discorso cambia se si utilizza la connessione dati del cellulare anche per il proprio PC, utilizzando come hotspot (e cioè come una sorta di modem portatile) lo smartphone tramite il tethering (ovvero la connessione diretta tra il PC e il dispositivo): se infatti si intende fare ricorso a Internet mobile al posto di un’offerta Internet casa è molto probabile che i consumi saranno più elevati di quelli standard in mobilità.

2. Utilizzare le applicazioni che consumano meno dati

Quando si è in mobilità è comunque inutile consumare troppi dati, ad esempio nella navigazione web, quando non si richiede la ricchezza grafica che è consueta, invece, nella navigazione da PC. Ecco perché molte applicazioni (come mostra l’esempio di Netflix qui sopra) offrono particolari opzioni che consentono di ridurre il consumo dei dati orari, con qualche piccolo sacrificio (una minore definizione delle immagini, ad esempio).

Tra i browser, anche se Chrome Lite è stato dichiarato dismesso da Google qualche mese fa, rimane Opera con la sua funzione Turbo, che quando attivata consente di ridurre in modo sensibile i gigabyte utilizzati. Molte applicazioni, infine, intervengono per chiedere direttamente all’utente il tipo di fruizione preferita, tra quella da scegliere se si ha una connessione con dati illimitati, come il Wi-Fi di casa, e quella per la mobilità.

3. Controllare il traffico residuo con costanza

Non sottovalutate il vostro consumo di dati, anche se vi sembra di utilizzare Internet sempre allo stesso modo: basta un’opzione attivata o disattivata per sbaglio (magari dopo l’aggiornamento di un’applicazione) e la quantità di dati che vengono “bruciati” in un solo giorno può aumentare drasticamente. Per questo motivo è bene controllare con regolarità i gigabyte residui con la propria offerta, sia chiamando i numeri automatici che comunicano il traffico rimasto (o inviando un SMS) sia utilizzando le app ufficiali del proprio operatore, che di norma permettono, con una semplice occhiata già alla pagina di apertura, di sapere quanti giga sono ancora disponibili. Un’altra buona idea è quella di impostare delle soglie per avvertire l’utente (via SMS, notifica push, email e così via) quando viene superato un certo consumo, ad esempio il 50% della dotazione mensile, l’80% e così via.

4. Utilizzare il Wi-Fi quando possibile

Ormai le connessioni wireless sono intorno a noi quasi dappertutto, quindi è consigliabile, quando ci si trova a portata di un Wi-Fi di cui si hanno username e password, agganciarsi a quella rete invece di continuare a utilizzare i dati in mobilità; il caso più frequente si verifica quando si ritorna a casa e ci si dimentica di connettersi alla rete domestica basata sulla fibra ottica o sull’ADSL, continuando così a consumare gigabyte preziosi senza che sia necessario. Il consiglio è tanto più prezioso quanto più onerose sono le attività svolte su Internet, in particolare lo streaming ad alta qualità.

Attenzione però alle reti Wi-Fi pubbliche, che possono essere poco sicure: vanno bene per attività che non richiedono troppa privacy, come la semplice navigazione sul web, una puntata di una serie sul proprio servizio di streaming video preferito o una videochiamata, molto meno per accedere al proprio servizio di banking online o anche semplicemente alle email di lavoro.

5. Attenzione alle applicazioni in background

Non sempre è l’applicazione che stiamo usando in un determinato momento quella che richiede il maggior quantitativo di traffico dati. Le applicazioni che funzionano in background (cioè letteralmente “sullo sfondo”) possono essere ancora più avide, e consumare preziose risorse senza che l’utente nemmeno se ne accorga. Anche alcune impostazioni del telefono possono essere molto dispendiose: una di queste è l’aggiornamento automatico delle app, senza che sia necessaria l’istruzione del proprietario del telefono per provvedere a scaricare le nuove versioni delle applicazioni presenti sul dispositivo. Quasi sempre lo smartphone lo fa soltanto quando ha a disposizione una connessione illimitata, come il wireless, ma in altri casi è possibile che l’utente, magari senza accorgersene, abbia abilitato l’aggiornamento anche quando c’è solo la rete mobile da utilizzare. Per essere sicuri, si può comunque – anche se è un po’ scomodo – disattivare la connettività dati quando non la si utilizza attraverso le impostazioni del telefonino, o con la modalità aereo, ma il rischio è quello di perdersi una notifica importante, un messaggio su WhatsApp o una mail che si stava aspettando.

In genere, è sempre una buona regola, ogni tanto, dare un’occhiata alle applicazioni che non si usano più (ormai sono gli stessi smartphone che, spesso, propongono la cancellazione di quelle più vecchi e inutilizzate) e cancellarle: non solo si risparmierà spazio sul dispositivo, non si rischierà nemmeno di consumare inutilmente dei dati.

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